Metodo

International Studies in Phenomenology and Philosophy

Journal | Volume | Article

174729

Omologia e Analogia

Un problema fondamentale per la comprensione della vita

Adolf Portmann

pp. 5-26

Abstract

L’originaria visione del mondo attribuiva la correlazione tra le varie forme di vita (piante, animali ed esseri umani) a un atto di creazione operato da ignote potenze superiori. In Occidente tale concezione ha trovato la sua massima espressione nella fede in un’unica potenza creatrice, che si riteneva fosse obbligata a realizzare tutto ciò che era virtualmente possibile: la «catena dell’essere» andava dalla materia inanimata del regno minerale alle piante e agli animali, su su fino agli esseri umani, alle creature sovrumane e agli angeli prossimi al Creatore. Ogni riflessione sulla varietà delle forme prendeva le mosse da analogie percepibili attraverso i sensi. Il problema della Causa trovava risposta nella fede in una potenza creatrice. La rivoluzione copernicana mise lentamente capo a un nuovo concetto di creazione, e il Creatore divenne Primo Motore: distante dalla propria opera, fu rimpiazzato da una «Natura» creatrice cui furono ricondotte le relazioni tra le varie forme – relazioni che venivano spiegate sulla scorta di fattori spirituali, non tramite un legame di discendenza materiale. Si delineò quindi una morfologia idealistica che implicò, da Goethe in avanti, l’esistenza di un principio di affinità interna (omologia) più importante di qualsivoglia somiglianza funzionale (analogia). Il «sistema naturale» fu l’esito di tale morfologia. È in questo contesto che si inserisce anche la prima teoria evoluzionistica elaborata da Lamarck, che ebbe però scarsa risonanza in quanto in essa i fattori creativi immateriali giocavano ancora un ruolo fondamentale. Darwin unificò le nuove idee relative all’evoluzione materiale dall’organismo più semplice a quello più complesso in una teoria che ben rispondeva alle esigenze spirituali dell’epoca: perse sempre più importanza la questione delle cause ultime, che vennero concepite come inerenti alla materia (in quanto fonti di variazione) e sottoposte all’influsso di fattori esterni (come quello della selezione naturale). Adottando metodologie sperimentali, la moderna biologia ricerca le cause della discendenza nella vita embrionale e – più recentemente – in quella cellulare, analizzando per esempio i fattori genetici ereditari, la struttura macromolecolare dei cromosomi nei nuclei cellulari e la sostanza ereditaria nel citoplasma. Finora i tentativi di dimostrare che la connessione formale che percepiamo nel mondo visibile (mesocosmo) si estenda anche al mondo microcosmico delle predisposizioni ereditarie non hanno avuto successo. A tutt’oggi, questo tipo di ricerche ha certificato solo una netta separazione tra la morfologia classica delle forme viventi e i processi che hanno luogo a livello macromolecolare, contribuendo comunque ad ampliare la nozione originaria di «omologia». Anche nel quadro della teoria dell’evoluzione e del concetto su cui essa si basa – quello di discendenza –, il problema centrale della morfologia resta senza risposte.

Publication details

Published in:

(2016) Omologia e analogia. Rivista di estetica 62.

Pages: 5-26

DOI: 10.4000/estetica.1156

Full citation:

Portmann Adolf (2016) „Omologia e Analogia: Un problema fondamentale per la comprensione della vita“. Rivista di estetica 62, 5–26.